Tre uomini sospesi nella gravina di Castellaneta (Taranto) per riparare la condotta che l’alimenta di acqua potabile l’intero abitato.
È lo spettacolare intervento di manutenzione di Acquedotto Pugliese (Aqp), svolto da tecnici specializzati in lavori in sospensione su funi.
La tubazione in ghisa da 20 centimetri di diametro segue per 250 metri la parete rocciosa a nord della gravina, a cui è ancorata.
I tre tecnici. spiega Acquedotto Pugliese in una nota, hanno dovuto lavorare sospesi a 80 metri dal ciglio, in perfetta rispondenza alle più sofisticate norme di sicurezza sul lavoro, applicando alla condotta un manicotto realizzato ad hoc.
L’intervento, iniziato l’8 aprile, è stato completato oggi come da programma, senza interruzioni nell’erogazione idrica della città.
Il lavoro svolto a Castellaneta fa parte di un pacchetto di interventi di manutenzione straordinaria delle reti idriche e fognarie che Aqp sta svolgendo nella provincia di Taranto. Fra gli altri comuni interessati: Crispiano, Ginosa, Laterza, Leporano, Massafra, Mottola, Palagianello, Palagiano, Pulsano e Statte.
Nasce un portale d’incontro tra cittadini e produttori locali, nel rispetto dei pilastri dell’economia solidale.
Cittadini consapevoli e aziende sempre più sostenibili. Insieme in una rete che diventa processo partecipativo e si impreziosisce ora di un nuovo tassello: la realizzazione di un portale dove s’incontrano produttori e consumatori. Nasce con questi presupposti www.civitascibi.it che punta a realizzare un inedito modello socio economico dal basso. Si tratta della fase conclusiva dell’omonimo progetto “Civitas Cibi”. All’interno della piattaforma di accreditamento diffuso sono indicate quelle realtà locali che producono in modo sostenibile, secondo i principi dell’economia solidale e dell’agricoltura civica. «Possiamo definirlo un luogo – spiegano i responsabili del progetto, Carmen Valente e Andrea Marulli – in cui convergono la domanda e l’offerta di beni agricoli locali che sia in grado di soddisfare il diritto a un’alimentazione sana e a prezzi accessibili».
Etica e fiducia reciproca, collaborazione e scambio di conoscenze le direttrici di questo sistema solidale. Le aziende possono iscriversi direttamente e possono invitare i consumatori a recensirle, ma può anche accadere che sia direttamente il consumatore ad invitare un produttore di sua fiducia a registrarsi. Tutte le recensioni saranno verificate, attraverso un rigoroso sistema di inserimento dati. Un’idea fortemente innovativa, dal momento che i consumatori diventano protagonisti attraverso le loro valutazioni. Ma non è tutto: le aziende che otterranno un punteggio di 4,5 riceveranno una etichetta con un Qr code. Si tratta di un vero e proprio bollino che potrà essere applicato ai loro prodotti a Km0, in linea anche con l’analisi dei dati emersi dal questionario del processo partecipativo realizzato nell’ambito del progetto. In questo modo, si punta a strutturare un Sistema di garanzia partecipativa, Pgs, che rappresenta una certificazione della qualità e genuinità delle produzioni agricole che operano su base locale, come alternativa alla certificazione del biologico. Le aziende e i consumatori coinvolti fanno parte delle province di Taranto e Lecce. È notizia di questi giorni, infatti, una nuova sede operativa dell’associazione a Copertino.
Va detto inoltre che, nell’ambito del progetto (finanziato dalla Regione Puglia – Avviso Puglia Capitale Sociale 3.0), sono stati realizzati dei manuali con i risultati raggiunti. Saranno fondamentali per trasferire ai volontari il know how di “Civitas Cibi” per le successive attività, in particolare nella divulgazione della neonata piattaforma online. L’intera progettazione si è sviluppata e conclusa seguendo i concetti di sostenibilità e digitalizzazione riconosciuti quali pilastri fondamentali dello sviluppo economico e sociale dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite. E non solo, dal momento che sostenibilità e digitalizzazione sono anche le strettamente connesse alle indicazioni del Pnrr. Da qui l’invito alle aziende a registrarsi al portale e ai consumatori a recensirle per essere parte attiva di questo percorso virtuoso.
I tecnici dell’Acquedotto Lucano avrebbero concluso l’intervento di riparazione della rete idrica, dopo la rottura avvenuta nella prima mattinata di sabato 23 marzo. Bisognerà attendere che l’intera rete torni in pressione e si prevede che nella serata o tarda serata di oggi dovrebbe riprendere la normale erogazione di acqua nel territorio di Marina di Ginosa
Piano di abbattimento unica strada percorribile. Oggi audizione congiunta.
Cia Puglia: «La burocrazia deve lasciare il campo ad azioni concrete»
Bari – L’emergenza cinghiali arriva sui tavoli del consiglio regionale pugliese.
Giovedì 21 marzo a Bari c’era anche Cia Agricoltori Italiani di Puglia, rappresentata dal vicepresidente regionale vicario Giannicola D’Amico e dal direttore dell’area Due Mari Vito Rubino, all’audizione regionale congiunta tra II e IV commissione convocata su input dei consiglieri regionali tarantini Antonio Paolo Scalera, Massimiliano Di Cuia e Renato Perrini, in seguito agli ultimi incidenti stradali verificatisi nella provincia ionica.
Al tavolo istituzionale, coordinato dai due presidenti di commissione Enzo Di Gregorio e Francesco Paolicelli, erano seduti tutti gli attori principali chiamati a fronteggiare l’emergenza: la Regione, con la sua parte politica e quella dirigenziale, gli ambiti territoriali di caccia delle varie province pugliesi, le associazioni venatorie, quelle agricole e quelle animaliste.
Cia Puglia, che da anni si batte per fronteggiare l’emergenza cinghiali a difesa del comparto agroalimentare e della sicurezza stradale, tramite le parole del suo vicepresidente regionale vicario Giannicola D’Amico, ha evidenziato l’esigenza di spingere sull’acceleratore del piano regionale dell’abbattimento selettivo. Inoltre, ha rimarcato l’urgente necessità di riformare la legge sulla caccia numero 157 del 1992: una legge vecchia di 32 anni che, su impulso della Regione Puglia, potrebbe essere portata all’attenzione del Governo per poi essere rivista e adeguata ai giorni nostri.
«Serve introdurre un sistema di monitoraggio e un censimento dei cinghiali su tutto il territorio e promuovere la filiera della carne di cinghiale», ha poi aggiunto D’Amico, dando merito al lavoro svolto finora dall’assessorato regionale all’Agricoltura ma allo stesso tempo spronando all’azione quello all’Ambiente, per quanto di propria competenza.
«L’emergenza – ha aggiunto Cia Puglia – ci obbliga a passare dalle parole ai fatti e la burocrazia deve lasciare il campo ad azioni concrete. Va tutelata la salute, la sicurezza dei cittadini e il futuro del comparto agricolo senza anteporre alcuna tematica ambientale o obiezione animalista.
Ormai assistiamo ad uno strano fenomeno che a nostro avviso deve farci riflettere: un eccesso di protezione verso la specie animale e la sottovalutazione dei pericoli verso l’uomo e l’agricoltura che il proliferare di certe specie sta determinando. Riteniamo sia grave che alla tutela della vita umana e alla salvaguardia di colture, produzioni e posti di lavoro si anteponga un approccio ideologico e contrario a priori a qualsiasi metodo per fermare la proliferazione senza controllo dei cinghiali».
La riunione, hanno riferito i presidenti Di Gregorio e Paolicelli, sarà riconvocata a breve permettendo anche ai vertici del settore regionale della Sanità di partecipare al grande tavolo di discussione.
Continuano i rimpalli di responsabilità e il selecontrollo non è ancora partito.
Intanto l’uomo trema e l’agricoltura muore lentamente.
Taranto – «Danneggiano i campi, distruggono protezioni, infrastrutture e colture. Minacciano i centri abitati e mettono a repentaglio la sicurezza stradale. L’emergenza cinghiali in Puglia e nel Tarantino ormai è fuori controllo. Non è una novità ma adesso la misura è davvero colma».
L’area Due Mari di CIA Agricoltori Italiani di Puglia torna a sgolarsi sul tema “fauna selvatica”. Alla luce degli ultimi episodi registrati nel Tarantino, con branchi di cinghiali affamati in pieno centro a Castellaneta Marina e in azione distruttiva nelle campagne limitrofe, la CIA batte i pugni sul tavolo contestando aspramente una serie di rimpalli di responsabilità che finora, purtroppo, non ha fatto altro che mortificare il territorio.
Settore agricolo in ginocchio, percezione di sicurezza sotto i tacchi sulle strade provinciali e comunali-rurali, in particolare al calar delle tenebre. Paura nei centri abitati e primi segnali d’allarme per il settore turistico in vista dell’imminente avvio della stagione estiva a Castellaneta Marina e Marina di Ginosa.
«I cinghiali imperversano indisturbati, sono in continuo aumento e ormai raggiungono porzioni di territorio, centri abitati compresi, fino a poco tempo fa mai intaccate dall’emergenza.
Il tutto avviene quotidianamente mentre solite lungaggini burocratiche frenano l’azione dei tanti attori coinvolti nella vicenda: il Governo, la Regione, gli Atc, le associazioni venatorie. Meriterebbero un capitolo a parte, invece, gli “spettatori da divano” iscritti alle tante associazioni ambientaliste e animaliste: la loro arcigna difesa dei cinghiali cozza inesorabilmente non solo con la tutela del comparto agricolo ma anche con la sicurezza stradale, la salute e l’incolumità fisica dell’uomo. Pontificano, sentenziano e agiscono con i paraocchi, sottovalutando invece il danno ambientale che un animale onnivoro e non originario del nostro territorio (è giusto ricordarlo) può causare alla nostra vera fauna e microfauna selvatica (volpi, tassi, istrici, faine, lepri, ricci, ecc..)».
Di questi ultimi aspetti e di tanto altro ancora se ne parlò esattamente un anno fa nel corso di un convegno sulla fauna selvatica organizzato dalla CIA alla presenza di ospiti illustri: politici, dirigenti regionali e docenti universitari asserirono che l’emergenza cinghiali in Puglia aveva ormai assunto i connotati di una vera e propria pandemia.
«A distanza di un anno la situazione è drasticamente peggiorata e i numeri sono in continua ascesa. Abbiamo anche registrato incidenti mortali causati da attraversamenti killer di cinghiali e non riusciamo ancora a comprendere il perché di reiterati scaricabarili tra chi ha la vera competenza nella gestione di questa emergenza.
In Puglia, le attività di abbattimento selettivo non sono ancora state avviate perciò è evidente che qualcosa non ha funzionato. Notizia dell’ultim’ora è che, probabilmente, partiranno il prossimo 19 marzo e si concluderanno il 15 luglio. Per ora, si potrà cacciare solo con la tecnica dell’appostamento fisso e pertanto ci chiediamo se tali disposizioni basteranno a contenere l’intera emergenza.
E mentre continua il ping-pong tra Regione e ATC circa le aree rurali in cui si potrà cacciare, i cinghiali ormai hanno raggiunto pericolosamente i centri abitati.
Non c’è più tempo da perdere: la politica ha il dovere di rispondere subito con responsabilità ed atti concreti. Bisogna dare vigore al piano di abbattimento varato dalla Regione Puglia e ognuno deve fare la propria parte anche per snellire un iter forse troppo farraginoso e semplificare le procedure di difficile applicazione.
Alla luce di quanto descritto una domanda sorge spontanea: non è che le procedure burocratiche vengano sempre di più rese farraginose per scongiurare la reale applicazione in campo del piano di contenimento, per non scontentare ambientalisti ed animalisti?
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