«Vedevo troppi ragazzi attaccati ai cellulari, troppi sguardi attoniti e straniti sullo schermo di uno smartphone, troppe dita prensili, che correvano compulsivamente sulla tastiera, senza trovare una meta precisa. Ho deciso di dar loro un’alternativa, quella che hanno dato a me da ragazzina. Ho pensato di proporre un libro».
Sorride, la professoressa Elisabetta Venezia, docente universitaria all’ateneo barese, in vacanza come ogni anno a Marina di Ginosa. «Ho lanciato un tamtam tra amici, ho raccolto libri romanzi un po’ dappertutto e li ho portati in spiaggia, costituendo un punto di raccolta e di smistamento al Lido La Capannina, dove ho l’ombrellone. Chiunque voglia, ci passa e prende un libro a sua scelta, magari lasciandone qualcuno a sua volta. Perché è bello ritrovare la magia di leggere davanti al mare».
Esperimenti come questo erano stati tentati nelle grandi città, Prendendo come punto di riferimento le vecchie cabine telefoniche, ma nessuno aveva pensato di riproporli in spiaggia.
Perché non li replichiamo in tutti gli stabilimenti balneari?
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